Diagnosticare in anticipo i tumori? Basta un soffio.
Sarà sufficiente analizzare il respiro umano per individuare le patologie più diffuse.
Non è fantasanità.
Lo ha dimostrato una ricerca di base dell’Università di Bari, conclusa e pubblicata sulle più autorevoli riviste scientifiche.
Si passa ora alla fase di pre-industrializzazione.
Significa che si studierà il modo per applicare la ricerca e renderla “utile” attraverso strumenti di diagnosi precoce dei tumori. Immaginiamo il “test del palloncino” per verificare sui guidatori il superamento dei livelli di alcool nel sangue. Ecco: con la stessa facilità, soffiando in una “macchinetta”, si potrà diagnosticare il cancro al colon, alla mammella, all’utero e alla prostata. Entro la fine del 2018 sarà pronto il primo prototipo dell’apparecchio.
Un sistema diagnostico ”smart”, cioè a zero impatto sul paziente ma di massima affidabilità. Sarà perciò possibile avviare campagne di screening e prevenzione ad ampio raggio sulla popolazione. Il progetto si chiama “Inside the breath”, ed è uno dei 31 cluster finanziati, per un totale di 66 milioni, dalla Regione Puglia.
INSIDE THE BREATH- IL PROGETTO
Nel respiro umano si trova traccia di processi che si sono sviluppati nell’intero organismo e che, attraverso il sangue, raggiungono i polmoniper poi essere rilasciati attraverso il respiro.
Potenziando questa tecnica diagnostica, il progetto “Inside the breath”, si propone di rilevare nel respiro molteplici patologie a carico del sistema gastro-intestinale, respiratorio, del sistema nervoso centrale e periferico, infezioni del tratto respiratorio, sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS), cancro della mammella, dell’apparato genitale, della prostata e cancro al colon retto. Quest’esame diagnostico può essere utilizzato anche per monitorare alterazioni metaboliche indotte da interventi chirurgici o dall’esposizione a sostanze inquinanti.
Obiettivo finale è l’utilizzo, entro il 2018, della tecnica messa a punto dal progetto “Inside the breath” per eseguire screening di massa per la diagnosi precoce delle più diffuse patologie e carcinomi, con un nuovo approccio smart e non invasivo: non più prelievi del sangue ma un solo soffio in un palloncino.
Abbattimento dei costi di prevenzione per il sistema sanitario pubblico dunque, in quanto le attuali tecniche diagnostiche (quali analisi del sangue o altro), diventano esami di secondo livello.
Sarà però decisivo, per la riuscita della screening di massa, riuscire ad infondere fiducia nei pazienti nei confronti dell’innovazione in campo medico.
Abituati infatti a sopportare tecniche invasive sono portati erroneamente a pensare che l’efficacia della diagnosi dipenda dal livello di sofferenza affrontata. Si pensi ad esempio che cosa possa significare per una persona già sofferente sostituire la colonscopia con un soffio in un palloncino e avere la certezza che il risultato sarà parimenti efficace se non addirittura con un margine d’errore inferiore.
IL GRUPPO DI LAVORO
Multidisciplinarietà ed altissima competenza specialistica sono i due tratti distintivi del Cluster.
Azienda capofila è Predict Srl, specializzata in sistemi di imaging diagnostico, che ha il compito di sviluppare la tecnologia e il software per l’analisi dei metaboliti gassosi presenti nell’espirato, di creare il database di breathomica e realizzare il prototipo dell’apparecchiatura per l’analisi del respiro.
L’Università degli Studi di Bari (Facoltà di Medicina, Dip. dell’emergenza e trapianti d’organo e Dipartimento di Biologia): contribuisce al progetto con ben 10 ricercatori coordinati rispettivamente dai proff. Donato Francesco Altomare e Gianluigi De Gennaro. Autori di numerose pubblicazioni scientifiche sulla breathomica, fanno parte del team che per la prima volta al mondo ha dimostrato la possibilità di diagnosticare il tumore al colon retto analizzando l’espirato. Hanno il compito di trasferire sul mercato la ricerca di base, finalizzandola non solo all’analisi del respiro nella diagnosi precoce del tumore al colon, ma anche ad altri campi diagnostici.
Wel.Co.Me. Srl, spin off dell’Ateneo barese, si occupa di applicare un modello di valutazione sull’efficacia della tecnologia sui diretti beneficiari, e in termini d’impatto sociale ed economico sull’intera comunità.
Reti Meridiane, consorzio di cooperative sociali, effettua sul territorio le rilevazioni sistematiche del soffio da parte delle diverse tipologie di pazienti e garantisce il loro campionamento e analisi.
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